Alla fine degli anni ’50 il governo centrale inizia ad immaginare una sorta di industrializzazione del Meridione di Italia e quindi anche e soprattutto della Calabria. Accanto alla Opera Sila ed alla Cassa per il Mezzogiorno vengono istituti i cosiddetti Consorzi di Bonifica. In realtà si tratta di investimento a favore delle industrie del nord affinchè incrementino o impiantino la loro presenza al sud di Italia e quindi anche in Calabria. A risentirne è paradossalmente l’agricoltura fino ad allora ritenuta la fonte primaria di occupazione e di reddito. Le campagne iniziano a vivere lo spopolamento e le grandi imprese trovano grossi flussi di manodopera fortemente motivati al lavoro ed al reddito certo. Gli interventi governativi, storicamente tardivi, a favore del Meridione di Italia comportarono una sorta di arretratezza sociale e culturale della Calabria e delle regioni limitrofe rispetto alle zone settentrionali dove l’intervento statale era stato sin da principio a favore della industrializzazione. Accanto ad un clima sociale quantomeno diverso dal resto di Italia, in Calabria restava evidente un disagio nelle vie di comunicazione. In realtà la ferrovia fu solo in parte danneggiata. La zona della bassa Calabria nei pressi dello stretto di Messina risentì, però, fortemente del periodo di guerra appena trascorso. L’armamento è ormai vecchio e le linee andavano, comunque, potenziate. Il grosso flusso di viaggiatori diretto al Nord, e i numerosi convogli merci che da Sicilia e Calabria trasportavano derrate verso il nord del Paese e l’Europa Centrale imposero un primo poderoso intervento statale per il potenziamento delle Ferrovie statali. Negli anni ’60 si raddoppiò il binario per tutta la dorsale Tirrenica. E pur senza procedere a avarianti di tracciato si procedette con il consolidamento della sede e delle numerose gallerie presenti sulla tratta tra Villa San Giovanni e Gioia Tauro. Un secondo forte potenziamento lo si ebbe negli anni ’70. Si costruì la variante Praia a mare Scalea interamente a doppio binario ed in una nuova galleria. Nel 1972 fu realizzata la tratta veloce Santa Eufemia di Lamezia Terme – Rosarno. All’altezza della stazione di Eccellente, poco più a sud di Lamezia Terme venne realizzato un nodo con l’innesto della nuova tratta sulla vecchia. La tratta esistente che passava per Vibo Valentia, Pizzo Calabro, Tropea e Nicotera restò utile per il traffico regionale e locale mentre sulla nuova direttrice Lamezia Rosarno si procedette alla realizzazione di nuove e lunghe gallerie e soprattutto alla costruzione del nuovo ed imponente viadotto dell’Angitola. Negli stessi anni anche la dorsale Jonica fu oggetto di attenzione con l’ammodernamento dell’armamento e con l’installazione di infrastrutture tecnologiche nelle stazioni dove si iniziarono a vedere, anche in quelle zone, binari nuovi e moderni sistemi di segnalamento e di blocco elettrico.
Nel 1946 la guerra inizia ad essere un ricordo fra le macerie ed i dolori. L’Italia cerca la via della ricostruzione e Bisceglie ha da poco superato i 35 mila abitanti. Un bambino del posto a soli otto anni ha già trovato lavoro. “Nel garage Dell’Olio aspettavo i venditori ambulanti che andavano a fare i mercati. Alcune mattine ero sul posto di lavoro anche alle quattro di mattina- Don Franco Ventura racconta così le sue prime giornate di lavoro nella natia Bisceglie- E questo lavoro lo svolsi per più di un anno”. A dieci anni compiuti e con la licenza elementare in tasca, “Franchino”, così come era chiamato benevolmente, inizia a lavorare con continuità in una vera e propria azienda: “Era quella di Franco Palmiotto -ricorda il cavaliere Ventura- Lì facevo manutenzione alle macchine operative nei cantieri della Napoli Roma: tra Sessa Aurunca e Villa Literno”. Con la ditta di Franco Palmiotto Franchino vi resta per qualche anno: “In quegli anni ho acquisito la stima di Palmiotto. Ero uno dei pochi che sapeva mettere mano alle macchine ed io stesso accompagnai il titolare per l’acquisto di una Rincalzatrice ad otto martelli”. Il commendatore Ventura è una miniera di ricordi, aneddoti ed episodi di una vita svolta nell’armamento ferroviario: “Ricordo che nel 1950, Anno Santo, lavoravo proprio a Bisceglie con una moto pompa ed innaffiavo Bisceglie”. La ditta di Franco Palmiotto, in quegli anni, aveva cantieri aperti nei compartimenti di Bari e Napoli. Ed il lavoro veniva svolto con modalità decisamente diverse. “Si lavorava di giorno -racconta Don Franco- ed i sistemi di protezione erano unicamente a vista. Quando si avvistava il treno, ad un chilometro più e meno di distanza, si avvisava ed la macchina rincalzatrice veniva messa fuori dal binario”. Sorride il cavaliere ripensando a quei tempi, ancora pioneristici, dell’armamento ferroviario. E se è vero che si lavorava solo di giorno, vero è anche che “mi alzavo alla quattro, massimo alle cinque, per raggiungere a piedi il posto di lavoro distante sette chilometri dopo aver preso comunque un treno che lo aveva avvicinato: “Palmiotto aveva comprato una macchina rincalzatrice, era il 1952, ed io stesso lo avevo accompagnato a Torino e quella macchina svolse il suo primo lavoro sulla Bari Foggia. Don Franco spiega con calma e soprattutto con assoluta competenza quale era il suo compito di manutenzione alle macchine raccontando che “alla ditta Palmiotto restai fino alla chiamata alle armi”. Il Giovane Franco si presentò quindi a prestare il servizio militare già fornito di un curriculum lavorativo importante.
Un curriculum che gli permise di svolgere il servizio militare “Falconara, Piacenza e Bologna sono state le sedi dove ho fatto il militare” ma anche quelle dove Francesco Ventura potè continuare a svolgere il suo lavoro nel settore meccanico,se pure automobilistico e non ferroviario. Finito il servizio militare per Francesco Ventura si apre un altro capitolo. “Ripresi a lavorare nell’armamento ferroviario, sempre nel settore manutentivo ma in un’altra ditta ed in un altro cantiere.” Prima degli anni ’60 Francesco Ventura entra a far parte della ditta De Candia. Una ditta di armamento ferroviario che aveva cantieri nel compartimento di Reggio Calabria. Ed infatti Francesco Ventura arriva a Cirella di Diamante dove era stato aperto un cantiere di rinnovamento. Don Franco è in quegli anni un fuori sede e la sua trasferta si esplicava in pernottamenti a Belvedere Marittimo. Ed anche lì, in Calabria, la sveglia suonava prima dell’alba “alle quattro prendevo il trenino e poi a piedi fino al punto dove si svolgevano le lavorazioni”. E dopo Cirella fu la volta del rinnovamento nella tratta di Scalea. Francesco Ventura intanto compie passi avanti nel lavoro e da semplice manutentore è ormai un motorista. Il caso, il fato volle che l’officina della ditta De Candia fosse ubicata sotto la stessa abitazione dei titolari. E della famiglia dei titolari faceva parte la giovane e bella Gabriella. Gli sguardi furtivi, le parole scambiate e la “galeotta” officina prepararono il terreno ad una storia di amore che qualche anno più in là sfociò nel matrimonio. In realtà Gabriella De Candia fu in qualche modo protagonista dell’ingresso del giovane Franchino nell’impresa di suo padre e di suo fratello, Raffaele e Nicola De Candia. Infatti, dopo, il militare era stato il ragioniere Michele Turturro che dalla impresa Palmiotto aveva portato Francesco Ventura all’impresa De Candia. Ed il ragioniere “Don Michele” aveva anche fatto avere un anticipo al giovane Franco. Anticipo, che in un momento di ripensamento, Francesco avrebbe voluto restituire facendolo recapitare nelle mani della signorina Gabriella. Ma la giovane si rifiutò di riprendere quei soldi destinati al papà o al fratello. Francesco Ventura non restituì mai quell’anticipo ed entrò a far parte della De Candia. E lì il giovane Francesco mise subito in campo le sue qualità, la sua voglia di lavorare e di crescere come operaio ma anche come amministratore. Ed i primi a notare ed a rilevare le sue capacità, i suoi successi, i passi in avanti compiuti sono le banche pugliesi. I banchieri della Puglia, regione dove la ditta De Candia ha comunque la sede legale, intravedono nel giovane Francesco Ventura il futuro della ditta stessa: gli stati di avanzamento lavoro sono più corposi, più frequenti. La qualcosa non dispiace certo agli enti creditizi. Francesco Ventura inizia a compiere passi da gigante...
Giorno dopo giorno. Mese dopo mese. Anno dopo anno. Lavoro dopo lavoro...
![](https://static.wixstatic.com/media/17eb93_fa3186fc1c694284b8e4b093c32faf09~mv2.jpg/v1/fill/w_496,h_591,al_c,q_80,enc_avif,quality_auto/17eb93_fa3186fc1c694284b8e4b093c32faf09~mv2.jpg)
Comments