SIAMO AFFIDABILI. SIAMO SERI. di Pietro VENTURA

In questi giorni molti di noi sono chiusi in casa per contenere la pandemia che ormai interessa tutti i Paesi del mondo.

Siamo tutti tenuti a fare il possibile per fermare il contagio e finora l’unico modo per farlo è il distanziamento sociale, stare il più lontani possibili l’uno dall’altro.

E bisogna dire che in questi giorni di paura (perché abbiamo a che fare con un virus assolutamente sconosciuto), tutti abbiamo obbedito volentieri alle disposizioni, oltre che per noi stessi, per evitare comportamenti che facessero del male alle nostre famiglie.

Ma non tutti hanno potuto fermarsi. Non tutti sono stati a casa.

E non parlo solo di medici, infermieri, che compiono il loro dovere con coraggio, con abnegazione e con una dedizione assolutamente degna di ogni ammirazione, ma di tutte quelle altre categorie di persone che sono state chiamate a mantenere in vita – seppure lenta – il Paese.

Un Paese è tale quando resta unito, funzionante, percorribile, quando assicura i rifornimenti, il cibo, i trasporti.. quando garantisce una unità non solo morale, ma anche reale, fisica.

Tra tutte quelle persone che si occupano di mantenere questa unità ci siamo noi, componenti della grande famiglia dei ferrovieri.

Non tutti per fortuna, ma parecchi, molti.

Colleghi che ogni giorno, spesso anzi ogni sera, escono di casa per raggiungere cantieri distanti, con la fiducia che il rispetto delle regole poste dalle autorità sanitarie per lavorare, garantisca la sicurezza per loro e per le loro famiglie, ma certamente con la paura che qualcosa possa andare storto, che un imprevisto rovini tutto.

Uomini e donne che devono dirigere e programmare i lavori, la logistica dei materiali, delle attrezzature e che non possono farlo da casa.

A questi colleghi va il nostro rispetto e tutta la nostra ammirazione. Spero che abbiano anche tutta quanta la Vostra gratitudine. La mia personalmente ce l’hanno.

Non dimenticherò mai quello che stanno facendo Remo, Claudio, Michele, Francesco, Antonio, Gabriele, Giuseppe, Giorgio, Leandro, Laura, Daniele e tutti i ragazzi del magazzino e cito solo alcuni di loro,: ma credetemi, voglio comprendere veramente tutti quelli che in questi giorni sono a fianco a noi fisicamente, ogni giorno.

Non sono eroi, non sono avventati, sono uomini e donne che rendono un servizio non solo alla loro azienda ma a tutti.

È come se, oltre a mantenere in esercizio le ferrovie, loro tenessero accesa la speranza che presto ricominceremo, che non siamo fermi, ma solo in pausa.

E siamo orgogliosi del fatto che ancora una volta la nostra azienda sia tra quelle che si distinguono, che sono degne di affidabilità; Noi siamo seri.

Presto, credetemi, la malattia passerà, come insegna la storia, come è successo sempre.

E nel frattempo, dovremo tutti imparare a conviverci, a lavorare e a fare il nostro dovere nonostante tutto; perché dovremo evitare che altre paure sostituiscano quella della pandemia. Perché dovremo evitare che al timore di star male si sostituisca la paura di come mangiare, di come pagare le bollette.

Non sarà facile per nessuno, società, professionista, dipendente o semplice cittadino, ma non c’è altra soluzione che prepararsi a lavorare ancora più di prima, in modi e forme diverse, che non abbiamo ancora immaginato, ed è richiesto a tutti uno sforzo di adattamento e, probabilmente di fantasia, mai richiesto prima nella storia moderna; speriamo di essere all’altezza.

Ma è già successo, è già stato fatto in secoli diversi dal nostro.

A brevissimo Noi ripartiremo.

Stiamo completando gli approvvigionamenti dei DPI, per equipaggiare ancora più unità di personale, operando di giorno e secondo le procedure di distanziamento sociale, gradualmente e con tutte le cautele, ma ripartiremo, e speriamo che presto possano ripartire tutti.

Nel frattempo ognuno di Noi, nella vita di tutti i giorni, nei limiti delle proprie possibilità, aiuti chi rimane indietro .

Buon lavoro a tutti e buona Pasqua, anche alle Vostre famiglie da parte di tutta la famiglia Ventura.